(tratto dalla Guida ai Consumi Responsabili)
Pantaloni, camicie, magliette, indumenti intimi, scarpe: troviamo il cotone in tutti i tipi di abbigliamento. Non sorprende quindi sapere che il cotone è la fibra più venduta al mondo.
Ogni anno, i produttori – principalmente in Cina, Stati Uniti e India – ne coltivano più di 19 milioni di tonnellate; ciò implica un impatto ambientale notevole, in particolare per quel che riguarda l’inquinamento
delle acque e del suolo: infatti la coltivazione del cotone richiede l’uso di molti pesticidi, erbicidi e fertilizzanti sintetici. Diversi pesticidi comunemente utilizzati sono stati classificati dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) come “estremamente pericolosi”, specialmente per il sistema nervoso dei bambini e per la fauna.
Oltretutto, la coltivazione del cotone necessita di molta acqua, fatto che può provocare catastrofi ecologiche. La più conosciuta riguarda il drammatico prosciugamento del Lago di Aral, situato tra l’Uzbekistan ed il Kazakistan. A partire dagli anni 1960, il volume di questo immenso mare interno si è ridotto ad un sesto della sua dimensione originale e la sua superficie è diminuita di un terzo, perché l’acqua dei fiumi che lo alimentava è stata deviata per irrigare le piantagioni di cotone.
La scelta delle fibre: pensare all’ambiente e alla salute
Esistono altre fibre naturali - vegetali (lino e canapa) o animali (lana e seta) - la cui produzione ha meno effetti collaterali sull’ambiente. Le fibre sintetiche
invece sono ottenute dalla lavorazione del petrolio (nylon, poliestere, fibre tecniche), una risorsa non rinnovabile,
o dal trattamento chimico della cellulosa (raion, viscosa). La maggior parte di queste fibre subiscono trattamenti fisico-chimici (lavaggio, candeggio, tintura, stampa ecc.), che costituiscono un carico ambientale e una minaccia per la salute, in particolare se si pensa alle tracce di prodotti presenti sui vestiti che possono provocare
allergie (formaldeide, resine fluorite, soda caustica, metalli pesanti).
Questo e tanti altri, sono consigli della "Guida ai Consumi Responsabili" la guida per fare acquisti secondo i principi dello sviluppo sostenibile, ricchi di consigli utili e link di siti che affrontano i seguenti argomenti:
1. Luoghi di acquisto
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3. Carne e pesce
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6. Cure del corpo
7. Abbigliamento
8. Elettricità e illuminazione
9. Elettrodomestici ed elettronica
10. Giardino e balcone
11. Bricolage
12. Pulizia
13. Mobili e pavimenti
14. Abitazione
15. Mobilità
16. Soldi
17. Viaggi
18. Rientro scolastico
19. Fiori e regali
20. Multimedia
Questa guida si rivolge al Canton Ticino, ma i suoi consigli valgono naturalmente per tutti.
Ogni capitolo è affronta un tema diverso, presentato sempre con la stessa struttura :
- 1a Parte : un disegno illustra i diversi aspetti del tema preso in considerazione e propone alcune domande da porsi al momento dell’acquisto. Questa pagina presenta anche i principali marchi.
- 2a Parte: elementi di informazione e di riflessione permettono di approfondire alcuni aspetti riguardanti la tematica discussa (ad esempio la salute, l’etica, l’ambiente ecc.).
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2 petali:
molto interessante l'articolo. Non sapevo che la produzione del cottone fosse così impegnativa per l'ambiente...
comunque cercherò di acquistare dei vestiti fatti con altri tipi di fibre, però purtroppo è un po' difficile trovare degli abiti "da ufficio" fatti con materiali alternativi....
Ciao cara Vivere Verde (va bene se ti chiamo così?) hai ragione in ufficio non si può fare a meno di evitare, ma dopo una lunga giornata di lavoro, sai che bello far respirare la pelle con tessuti naturali?
Grazie per la visita!
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